La fusione tra Nexi e Sia, cosa cambia

In questi giorni è stato stretto un importante accordo tra Nexi e Sia per creare un nuovo Gruppo, “Leader in Europa” nel settore dei pagamenti digitali, che è in questo momento, in Italia, tra le società più quotate in borsa.

Questo potrebbe favorire un maggiore utilizzo dei metodi di pagamento elettronico nel nostro Paese, anche grazie alle decisioni prese dal governo per dimuinuire ora e nei prossimi anni la circolazione del contante.

Infatti, al momento, in Italia i pagamenti elettronici hanno un tasso di penetrazione soltanto del 24 %, per cui c'è un forte interesse in questo senso ad incrementare l'abbandono progressivo del contante nel nostro Paese anche per combattere l'evasione fiscale.

Le due società sono controllate rispettivamente da Mercury UK Holdco Limited (Nexi) e da Cassa Depositi e Prestiti (SIA).

Nexi è nata nel 2017 grazie alla precedente fusione tra CartaSì e l'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (ICBPI); fornisce servizi di pagamento digitali alle banche e ad altri clienti istituzionali come la pubblica amministrazione, tra cui la fornitura e la gestione dei POS, l'emissione di carte di credito ed altri servizi.

La seconda, invece, la Società Interbancaria per l'Automazione (SIA), è fondata dalla Banca d'Italia, dall'Associazione bancaria italiana (ABI) e da alcune banche italiane nel 1977; ha avuto un ruolo importante per il lancio del circuito Bancomat, offre servizi per banche e ad altri clienti, maggiormente conosciuta come creatore e gestore dell'infrastruttura sottostante al sistema bancario, per garantire un passaggio corretto dei sistemi di pagamento.

Questo nuovo gruppo verrà guidato dall'amministratore delegato attuale di Nexi, Paolo Bertoluzzo, sarà tra le dieci società più importanti sul mercato italiano per capitalizzazione, con un valore che supera i 15 miliardi di euro. E anche a livello di presenza sul territorio europeo sarà alla pari di altri gruppi del settore fintech, con 5.500 collaboratori in oltre 15 paesi ed oltre 4 mila dipendenti in Italia impegnati a sviluppare sistemi tecnologici ed infrastrutture per i pagamenti digitali.

 

A cura di Mary E. Attiani | 16 ottobre 2020
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